P. TULLIO CELEBRA LA PRIMA MESSA A BIRGI
P. Tullio Trapani, giovane palermitano di 27 anni, ha deciso di dedicare la sua vita alla Chiesa nella FCIM.
di Mariastella Vanella
Lo scorso 24 novembre, a Roma, tre giovani, hanno pronunciato il loro SI a Dio entrando a far parte della Famiglia Religiosa "Istituto dei Servi del Cuore Immacolato di Maria".
Uno di questi nuovi sacerdoti, p. Tullio Trapani, è figlio della nostra terra, un ragazzo palermitano di 27 anni che ha deciso di dedicare la sua vita, sì alla chiesa, ma più specificatamente alla FCIM.
Venerdì sera, vigilia della festa dell’Immacolata, p. Tullio ha celebrato la sua Prima Santa Messa nel Santuario di Birgi. Non un caso la scelta del giorno, ma il giorno in cui il Vangelo ci ricordava come la Vergine Maria, pronunciando il Suo sì, all’angelo, si donò tutta a Dio. Similitudine che p. Tullio nella sua omelia ha sottolineato e messo in evidenza.
La celebrazione Eucaristica presieduta dal giovane sacerdote, accompagnato dai suoi confratelli dell’Opera di Birgi, è stata introdotta dal benvenuto della comunità, a cui il rettore ha chiesto di sostenere il novello sacerdote con la preghiera, mentre il novello sacerdote ha offerto il Mistero Eucaristico per la nostra comunità.
Tra gli sguardi commossi quello dei genitori, ai quali don Bosco avrebbe detto: “Ricordatevi che il più bel dono di Dio a una famiglia è un figlio sacerdote”. La famiglia amorevolmente ha accompagnato p. Tullio in questo cammino, iniziato, come lui stesso ha detto, circa 20 anni fa proprio nel nostro santuario. Tullio, poco più che un bambino, veniva insieme a loro e ad una zia a pregare la “Madonnina” a Birgi, e ha visto quanto questa comunità sia cambiata, cresciuta ed ingrandita nel corso degli anni. L’omelia è stata un rimarcare il suo sì, lui che, sognava di diventare veterinario, di avere una famiglia, di avere tanti figli, invece si trova ad essere un ministro di Dio, quell’Onnipotente che, con molta dolcezza, ma altrettanta fermezza, agisce, chiama, “arruola” ed uso questo termine perché io considero i sacerdoti come servitori/soldati di un esercito al servizio di Dio. Il dono che un uomo fa di sé stesso nella vita sacerdotale non è solo una scelta privata, ma è una scelta di servizio, una scelta d’amore. Ogni sacerdote è un dono che Dio fa agli uomini. Alla fine della celebrazione partecipiamo ad un momento davvero intriso di grande significato: baciare le mani al neo sacerdote. Mani che sono state consacrate dal Crisma e amministrano il potere e la grazia di Dio nell’Eucaristia, il perdono dei peccati, che impartiscono i sacramenti, quelle mani che sono piene del potere di Dio e del profumo di Cristo. In questo modo, chi viene unto con il Crisma si identifica con Cristo e sarà tutto Suo e tutto per Lui. Con questo gesto si riconosce che quelle mani, consacrate, possono rendere presente il Signore a vantaggio di tutta l'umanità. Credo che molti, come me, abbiano pensato: “Non bacio le mani di un uomo, bacio il Signore nelle sue mani consacrate”. Poiché Gesù oggi non è più fisicamente presente in mezzo a noi, tu p. Tullio, esisti per continuare a farlo vedere e sentire vicino: vicario e dispensatore del Suo amore. Renderai percepibile agli uomini quell’amore personale e profondo che Dio ha per ognuno di noi. Le persone che ti incontreranno ti chiederanno di essere pastore, un segno del Suo amore, capace di ascolto, dialogo, preghiera e misericordia. Ti chiederanno di dare loro non un po’ del tuo tempo, ma tutto il tuo tempo, non l’ascolto ma tutta la tua attenzione, non il tuo amore ma tutto il tuo amore e il Suo.
La Vergine Maria, mediatrice presso Suo Figlio, ti custodirà e ti avvolgerà con il Suo manto, “non temere dunque e non spaventarti, perché è con te il Signore tuo Dio, dovunque tu vada”. La FCIM sosterrà te e tutti i religiosi che ne fanno parte con la preghiera stringendoti in un abbraccio grondante, pervaso e impregnato di tanto amore.
Buon cammino p. Tullio, possa tu, per mezzo del Suo Cuore Immacolato, portare Cristo nel mondo.
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